giovedì 30 luglio 2015

Enagra comune

(Oenothera biennis)

(dialettale   )

È stato per puro caso che la caccia fotografica sia avvenuta al tramonto, ma questo ha permesso di assistere in diretta allo schiudersi dei fiori dell'enagra, pianta pioniera senza pretese perché si insedia su luoghi incolti e abbandonati, ma non priva di nobiltà per la presenza di sostanze curative nella sua radice e nei semi.


Appena scoperta sul bordo di una strada, lunghi boccioli disposti tutt'attorno all'apice dei fusti erano nascosti in un verdastro calice tuboloso, del tutto avvolgente i petali come un cappello a punta.

Improvvisamente, mentre le prime ombre offuscavano l'ultima luce, questo cappuccio vegetale s'è spezzato, emettendo quasi un leggerissimo botto, cominciando a ripiegarsi verso il basso con movimenti a scatto.

I petali color del sole, che apparivano arrotolati come i lembi di un ombrello riposto nella sua custodia, piano piano hanno avviato un movimento di srotolamento, come se all'interno un meccanismo segreto li facesse girare a tempo su se stessi, finché tutti e 4 si sono dispiegati formando una coppa luminosa.

8 stami con antere orizzontali prominenti e un pistillo suddiviso in 4 lobi come un'ancora si sono subito offerti a farfalle notturne, pronte ad approfittarne, mentre un leggero profumo le attirava in gran numero.


Soltanto il tocco ruvido delle foglie dentellate ed irsute, disposte alternativamente lungo il gambo robusto ha interrotto la contemplazione del magico sbocciare dei fiori di questa enotera, denominata anche 'primula della sera'.

sabato 11 luglio 2015

Silene ciondola

(Silene nutans)

(dialettale:   )


Se ne sta lì questa silene ciondolante, a picco su rocce e pietre nude, e a guardare alcune sue infiorescenze sembra sfinita, come se fosse in carenza d'acqua o di nutrimento ed anche i suoi petali hanno una brutta cera.


Sono 5, a forma di lingua biforcuta, viranti al rosa, stretti, all'uscita dal calice piuttosto vischioso ed irrobustito da 10 nervature longitudinali in rilievo, da una specie di  bianco collarino a punte.

Alcuni sono arricciati, altri stirati per bene, alcuni rivolti verso il basso, altri all'indietro: sono così acconciati per dare dei segnali, ma a chi? Probabilmente a chi è interessato a far loro visita, cioè a farfalle notturne, attirate anche da un lieve profumo che si sprigiona solo allo scendere della sera.


Ed esse, accostandosi ad un fiore appena sbocciato, troveranno la prima notte 10 stami distesi a spirale con le loro antere marroni e i petali rivolti all'indietro ben distesi, la seconda i petali un po' più  arricciati in punta e gli stami aggrovigliati e la terza soltanto i tre lunghi stili prominenti collegati all'ovario ben maturo tra stami avvizziti e petali invecchiati.

E tutto ciò per impedire la fecondazione tra elementi del medesimo fiore, perché lo sanno perfino le piante che i figli nati da genitori privi di parentela sono più sani, robusti e forti e ciò garantisce il proseguimento della specie.

domenica 5 luglio 2015

Lupinella comune

(Onobrychis viciifolia)

(dialettale   )

Non è il caso di pensare che il nome comune 'lupinella' c'entri in qualche modo con i lupi, avendo a che fare, invece, con la pianta lupino, assomigliandosi molto le due leguminose nell'aspetto delle loro infiorescenze.


Se, però, la si vuole accostare agli animali, pare che essa risulti molto attraente per tanti di loro: per le api, offrendo nettare e polline di qualità e in grande quantità; per gli asini e le lepri a cui piace molto questo foraggio; per gli ovini e i caprini che possono alleviare i loro problemi intestinali introducendola nella dieta; e per gli umani, se non altro per il piacere che suscita la vista dell'elegante conformazione dei suoi steli fioriti.

Ogni corolla appare come un pappagallo in miniatura: petalo-vessillo eretto e con punta curvata all'indietro a mo' di cresta e carena sottostante simile ad un becco adunco, il tutto dipinto di uno sgargiante rosa antico disseminato di nervature parallele più scure.
     

Le foglie, composte da coppie di foglioline verde intenso, in doppia fila lungo una nervatura centrale, fuoriescono da nodi rossastri dei fusti striati che si originano da una radice robusta, i cui noduli presentano azotobatteri in grado di fissare e rendere assimilabili l'azoto fino ad una notevole profondità, garantendo un buon equilibrio nella struttura dei terreni dove vive.