giovedì 7 novembre 2013

Erba ruggine

(Ceterach officinarum)

(dialettale:   )


Ed ecco una pianta senza fiori, costantemente presente soprattutto sui vecchi muri e nelle fessure delle rocce da cui emerge come un piccolo bouquet: è l'erba ruggine, una piccola felce che evoca le foreste misteriose delle prime età della storia della Terra.

Relativamente primitiva, ebbe origine prima dello sviluppo sul pianeta delle piante da fiore ed è particolare per il suo metodo di riproduzione completamente diverso, che così prende l'avvio.


Inizialmente le spore vengono rilasciate in gran numero ed in ambiente umido generano piccole lamine verdi a forma di cuore, una struttura che sembra una pellicola sul terreno: qui ha luogo l'incontro tra la parte maschile e quella femminile .

Dalla loro fusione si sviluppa la piantina composta da fronde lanceolate, con un asse centrale su cui sono inserite  foglioline più piccole, di un bel colore verde che s'appanna soltanto in caso di siccità quando la pianta sembra contorcersi per evitare l'eccessiva traspirazione.

Ma oltre che effettuare la fotosintesi come vere foglie, esse sono anche l'incubatrice delle spore che si producono nella pagina inferiore dentro a capsule ordinatamente disposte e protette da una rudimentale membrana: sono come minuscoli bottoncini marroni che a maturità cadono e ricomincia il ciclo.


Dotata di un'eleganza non comune,  l'erba ruggine non è stata individuata dagli umani per questo, ma per il fatto che quando s'annida fra i sassi lentamente riesce a frantumarli: e così le hanno affibbiato il nome di 'spaccapietra', utilizzandola come rimedio per disgregare i calcoli dell'apparato urinario.