mercoledì 19 giugno 2013

Succiamele

(Orobanche gracilis)

(dialettale:  )


Arcobaleni di fiori dipingono i prati di Valpiana con un così perfetto accostamento di forme e di tinte da chiedersi chi mai può aver ideato una tale gradevolezza per l'occhio; ma, improvvisamente, può capitare di avvistare una nota stonata, una pianta che sembra in conflitto con le altre.

Se ne sta impettita sul suo fusto cilindrico piuttosto grosso, rivestito di misere foglioline triangolari che nella parte più in alto fanno anche da mensola ai fiori disposti a spiga.



Visti di fronte essi sembrano bocche socchiuse dal fondo rosso sangue e dal labbro superiore spunta uno stimma vistoso simile a due denti gialli; seminascosti all'interno della corolla, che è una specie di tubo esternamente giallastro con lembo superiore a cupola e l'inferiore diviso in 3 lobi, stanno 4 stami pelosi rossastri.



Quando uno dei suoi semi, in grado di superare anche grandi distanze, germina, emette un filamento che s'allunga verso il basso e, senti senti che vigliaccata, trovata una radice di suo gradimento vi si attacca mettendosi in diretta comunicazione con i suoi vasi e comincerà a crescere finché riemergerà all'aria sotto forma di spiga fiorita.

E tu vedi che attorno ad essa, sanguisuga vegetale, si fa lentamente un vuoto perché, succhia oggi succhia domani, la povera pianta ospite comincerà a patire fino a morirne.