mercoledì 25 settembre 2013

Ononide spinosa

(Ononis spinosa)

(dialettale:   )


I prati aridi e poveri di Valpiana sono punteggiati in questo periodo da tappeti di ononide spinosa, un nome sicuramente non gentile perché pare derivi da 'onos - asino'.
Qualcuno afferma sia stata così denominata per il fatto che  gli unici a mangiarsela erano gli asini, altri rincarano la dose e  sostengono che volesse dire 'sterco d'asino' per la puzza che alcune varietà emanano.


Non merita però questo epiteto, almeno l'ononide osservata in questi luoghi: infatti tutti questi cespuglietti, che fanno emergere appena le loro numerose estremità fiorite, hanno un aspetto delicato ed elegante che ammorbidisce le distese pronte ormai ad assumere l'inaridito aspetto autunnale.


Porta delle spine, ma soltanto nella parte inferiore dove i fusti sono più legnosi, sono rare e morbide come foglie non ancora ben decise ad assumere durezza e consistenza adatte a ferire.


Non sprigiona effluvi spiacevoli, ma un lieve aroma e inoltre si sa che le sue radici fascicolate sono in grado di arricchire il terreno di azoto, ma non più di rallentare l'opera dei buoi usati un tempo per trainare gli aratri (da cui il nome di 'arrestabue'), dato che il trattore odierno non ha di queste debolezze.

I petali delle corolle, a forma di farfalla, sporgenti dall'ascella delle foglie, presentano sfumature leggere di colore, dal roseo, al rosso-vino, al lilla, al bianco, e lineari striature - guida per le api verso la carena dove sono rinchiusi stami e pistilli.


E se fecondazione vi sarà, appariranno  baccelli morbidi, perché ricoperti di peluria come  i fusti dove i peli sono disposti ordinatamente su 2 file come soldatini.