sabato 31 agosto 2013

Tasso barbasso

(Verbascum thapsus)

(dialettale: erbasko)

Ci vogliono 2 anni per poter apprezzare la vistosa infiorescenza di questo verbasco, ma che spettacolo ! Lo puoi ammirare già da lontano, una specie di candeliere che illumina le pietraie dove talvolta cresce.

Il primo anno è dedicato soltanto  allo sviluppo di una rosetta di foglie grigio verde, spolverate di farina, per la lanugine che le ricopre e che le rende simili a feltro, tanto che, in anni di miseria, potevano essere inserite nelle calzature  o nei vestiti per il buon isolamento che possono fornire e ciò è valso alla pianta il nome di ' coperta del mendicante'.

Nel secondo si sviluppa rapidamente una spiga corpulenta, alta anche 2 metri, ancor più massiccia delle foglie e sfumata di grigioverde.

Su di essa sbocciano gradatamente i fiori dorati: un giorno vedi ancora il lanoso bocciolo e il giorno dopo una specie di nasino giallo che s'affaccia e poi la coppa aperta di un giallo pallido uniforme, della durata di un solo giorno, subito sostituita da altri fiori distribuiti a caso lungo lo stelo fiorifero.


La corolla leggermente concava mostra 5 petali tondeggianti e, alternati a questi, 5 stami di lunghezza diversa: i 3 superiori sono più corti e coperti di peluria bianca o giallastra, mentre i due inferiori ne sono privi ma hanno antere più grandi; il pistillo, per distinguersi, sfoggia un verde quasi trasparente.


All'arrivo dell'autunno appaiono i frutti, duri, legnosi: sono capsule divise in 5 parti che persistono sul fusto anche quando la pianta è morta, ma ancora ben diritta sotto la neve.

Esso, nei tempi antichi era chiamato anche ' candela regia' perché  era usato come candela durante i funerali e le cerimonie sacre; per i Cimbri era 'incendio del cielo', dato che un'antica leggenda narrava che 'un fulmine cade sulla casa di colui che strappa un verbasco'. Da ciò si capisce quale valore gli si attribuiva.