martedì 19 agosto 2014

Elleborina crestata

(Epipactis atrorubens)

(dialettale:   )


Un pendio assolato di terreno calcareo ben drenato con affioranti rocce biancastre è un'ottima quinta per far risaltare il marrone purpureo di un'abbondante colonia di elleborina crestata, dal coraggioso comportamento di pianta pioniera; la difficoltà di sopravvivere in questo luogo è testimoniata anche dalla presenza di pianticelle esili e magre non fiorite.

Il loro rizoma sotterraneo ha comunque fatto emergere un fusto arrossato e cosparso da una fitta coltre di peli biancastri con qualche squama violacea, tra ovali foglie verdi, disposte alternativamente su due file, rinforzate da nervature parallele che le danno un aspetto rustico.


Ma l'infiorescenza, con la sua sfilata di fiori pendenti dai loro pedicelli, anch'essi collocati con ordine quasi a coppie, stupisce ed eccita la fantasia per l'ineguagliabile struttura di ognuno di questi.

I 3 appuntiti tepali esterni, dipinti di un viola polveroso, fanno da ornamento ai 3 interni, dove il centrale mostra dimensioni ragguardevoli e una forma particolare: nella parte in fondo, concava, appare simile ad una pantofolina sfumata di chiaro, la quale, sul davanti, s'allunga in 2 morbide arricciature rosate, quasi un fiocco per abbellire il tutto.

Al di sopra spicca l'organo a colonna formato da stame e stilo, di un bel giallo che pare emanare una luce soffusa perchè ombreggiato e protetto dai tepali al di sopra.

Un leggero profumo vanigliato, oltre al fantastico ' design', è l'ulteriore attrazione che l'elleborine ha escogitato per garantirsi la visita di qualche insetto che favorirà l'impollinazione utile alla formazione di un notevole numero di minuscoli semi.