sabato 27 giugno 2015

Eliantemo maggiore

(Helianthemum nummularium)

(dialetto:   )


Si dice che le belle cose durano poco e ciò pare valere anche per l'eliantemo, 'fiore del sole', perché le sue corolle si schiudono con l'apparire della luce e durano soltanto fino al tramonto, talvolta anche perdendo i fragili petali durante la giornata per qualche soffio di vento troppo impetuoso o per un improvviso rannuvolarsi del cielo.


Per fortuna la pianta rimedia a questa fragilità impegnandosi in una produzione continua  di fiori, facendo dispiegare il primo dei boccioli sottostanti, appeso a un peduncolo curvo simile ad un peloso lampadario, il quale mette in mostra le sue lucenti spiegazzature come una preziosa piccola moneta.


I 5 petali, disposti con elegante regolarità, sorretti da 5 sepali percorsi da nervature striate di rosso, sfoggiano al centro un consistente ciuffo di una decina di stami che fanno corona ad un unico pistillo esile e contorto, pronto a trasformarsi in una capsula fruttifera con molti semi.

S'assicura così la continuazione della vita attraverso i propri discendenti, se le nuove piantine troveranno una posizione assolata dove l'acqua possa fluire rapidamente, prevalentemente quindi su scarpate sassose, occhieggiando tra altre erbe per seguire il corso del sole, la cui presenza è per loro fondamentale.

venerdì 19 giugno 2015

Pennacchio a foglie strette

(Eriophorum angustifolium)

(dialettale: penacio)


Nei prati di torbiera e intorno a pozze di acqua stagnante di Valpiana, circa a inizio estate, s'accende una luce bianca che dura a lungo: migliaia di nappe leggere sventolano all'aria fra un tremolio di riflessi luminosi.


Sono le infiorescenze dell'erioforo o pennacchio a foglie strette, una pianta perenne assomigliante ad una graminacea, che forma ciuffi fitti di foglie coriacee, in genere abbraccianti gli steli lisci, così poco appariscente, da non essere notata.

Ma poi alla sommità di questi fusti, da guaine marronastre un poco gonfie, emergono ineguali peduncoli ruvidi  che portano spighette dove sono disposti a spirale fiori maschili fusi a un fiore femminile; a maturazione, si trasformano da brutto anatroccolo a cigno, diventando soffici e lucide teste lanose.





Insieme a foglioline squamose che fanno da contenitori protettivi, questi fiocchi cotonosi, soprattutto in ambienti con clima molto freddo,  pare abbiano la funzione di aumentare la temperatura in modo che gli organi di riproduzione adempiano alla propria funzione.

Lentamente  questi candidi piumini sericei s'allungano, pronti a farsi portare dal vento insieme con i semi per ogni dove: a ragione quindi il  nome di questa pianta da umido significa 'portatore di lana'.


lunedì 15 giugno 2015

Scarpetta della Madonna

(Cypripedium calceolus)

(dialettale : Pianela de la Madona)



Ci sono state 3 lunghe primavere di attenta ricerca della Scarpetta della Madonna o di Venere, orchidea molto rara e quindi speciale, ma, più sfortunata del principe nella fiaba di Cenerentola, non ho  mai raggiunto il risultato desiderato.

Soltanto la cortese disponibilità di un abitante di Valpiana ad accompagnarmi, al momento opportuno, cioè verso fine maggio, nel luogo dov'era in fiore, m'ha offerto quest'anno l'inestimabile gioia di poterla contemplare e di confermarmi nell'idea che la natura sappia rifinire ogni dettaglio fino alla perfezione.


Il suo nome popolare, 'scarpetta, pianella, pantofola' già indica la strana conformazione del fiore che sboccia, grande e vistoso per le sue tinte contrastanti: rosso scuro sui tepali allungati, in parte penduli e ritorti ad elica, giallo oro sul labello, panciuto, rigonfio come una piccola calzatura.


L'apertura superiore di questo è occlusa parzialmente da una specie di ventaglio macchiato di rosso con superficie lucida  e da 2 stami rotondeggianti ricoperti di granuli vischiosi.
Perché questa complessità?

Non è altro che lo stratagemma realizzato per ingannare gli insetti i quali, attirati dal colore e dal leggero profumo di albicocca, si posano sul labello e precipitano nella cavità interna, costretti poi ad una via obbligata d'uscita che li spinge a strisciare sul polline che s'attacca al loro corpo e può essere aviotrasportato su altri fiori.


È questa una questione di vita o di morte, perché di per sé i semi che si possono originare hanno embrioni di poche cellule, quindi faticano a germinare e per questo si fanno aiutare anche da spore micorrize che vivono in simbiosi con le radici della pianta, attuando uno scambio di sostanze utili ad entrambe.