mercoledì 2 ottobre 2013

Enula scabra

(Inula irta)

(dialettale:   )

Questa parente dell'arnica, della margherita, della calendula, che sembra occhi sfavillanti di gioia, abbellisce a lungo con le sue corolle dorate i prati e i pascoli poveri di sostanze e di acqua, dimostrandosi adattabile e robusta.


Appare come una lampada accesa, che il verde severo delle sue foglie attenua, dandole un aspetto composto ed ordinato, dove ogni elemento è al suo posto.

Il suo fusto diritto e solido, di un rosso attenuato dalla presenza di peli chiari, è bilanciato da foglie ellittiche disposte tutt'attorno, ruvide al tatto, con nervature reticolate che danno l'impressione di essere molto resistenti.


Sulla sommità, solitario, sta un capolino grande, formato da un involucro appiattito sul cui bordo esterno sporgono fiori giallo brillante, che esaltano gli interni più scuri.

Come in altre asteracee, i fiori periferici, provvisti di lunghe linguette, contengono solo pistilli, mentre i centrali, formati da corolla tubolare a 5 denti sono dotati sia di stami che di pistilli e tendono a scurirsi dopo la fecondazione.