venerdì 23 agosto 2013

Camomilla

(Matricaria chamomilla)

(dialettale: camamila)

Non è facile in Valpiana incontrare piante di camomilla che crescano in ambiente con vegetazione totalmente spontanea; ma questa era lì, lungo una strada sassosa, ai piedi di un grosso macigno, capitata in quel luogo deserto chissà in che modo, ma piuttosto rigogliosa anche se in terreno molto povero.


Si presenta con portamento a cespuglio, composto da un aggregato di fusti, alcuni fieramente eretti, altri appesantiti dai fiori e quindi ricadenti per l'incapacità di sostenerli; nella parte inferiore sono adorni di foglie di un delicato verde chiaro, suddivise così tanto da essere quasi filamenti con una breve punta, inseriti ordinatamente lungo la nervatura centrale e nell'insieme simili ad un pizzo lievemente ombreggiante.

Sulla sommità di steli piuttosto sottili ed allungati sono infine fissati i fiori, i quali, ad un primo sguardo, sembrano piccole margherite, perché organizzati in capolini con fiori esterni a lunga lingua bianca e interni a breve tubo con corolla gialla.


Sono inseriti su un ricettacolo  conico, protetto da un involucro di brattee ottuse, con caratteristica cavità vuota all'interno.

Quando  raggiungono la maturità, i fiori a raggiera si ripiegano all'indietro, assumendo quasi la forma di una minicometa sfrecciante, mentre i centrali perdono il loro splendore ripiegando su una sfumatura più spenta.


Il nome, dal greco, significa 'piccola mela di terra'  per il profumo simile, affermano alcuni, a quello di certi pomi; a me invece il suo aroma ricorda sempre l'infuso che, al primo apparire di piccoli disturbi di bambina, mi veniva prontamente somministrato, accompagnato  da un atteggiamento di fiducia quasi assoluta che tale filtro magico potesse sconfiggere avversità e negatività di ogni tipo e ciò bastava a rendere più sopportabile il male.