domenica 15 settembre 2013

Brugo

(Calluna vulgaris)

(dialettale:  )

La calluna, detta anche brugo da un termine di origine celtica e da cui è derivato il vocabolo 'brughiera' per indicare il luogo dove di preferenza questa pianta alligna, è un contorto e nano arbusto che tutti conoscono o, meglio, conoscevano.

Un tempo infatti era presente in ogni casa delle regioni del freddo nord, perché i suoi rami venivano utilizzati per fabbricare scope e 'calluna' significa proprio 'pulire, spazzare'; spesso la si confonde con l'erica, che è pianta con fiori a fine inverno, mentre il brugo preferisce la fine dell'estate per aprire le sue corolle.


Lungo il suo fusto legnoso e tenace s'allineano 4 file di  foglie verde scuro a forma di aghi, opposte ed alterne a coppie, le quali, durante la stagione invernale, possono assumere una tinta dorata.

Gli apici servono da nutrimento a diversi animali selvatici quando la neve copre la vegetazione ed anche i suoi semi; i fiori, rivolti tutti in una stessa direzione, formano spighe dense, dipinte di rosa che può virare al violetto più o meno intenso.

Fuoriescono da un calice membranoso con quattro lobi dello stesso colore  dei 4 petali, uniti nella parte inferiore, al cui centro alloggiano 8 stami con antere acuminate e un pistillo che si vuol far notare perché sporge vistosamente.


Siccome il brugo cresce di preferenza in luoghi, per alcuni inospitali, rappresenta il simbolo della solitudine, della mancanza di compagnia, ma anche della speranza di poter sopravvivere sia pure in situazioni avverse.