lunedì 22 luglio 2013

Verbasco

(Verbascum nigrum)

(dialettale: erbasko)


Sul margine di strade sassose, in posizione isolata come se disdegnasse la compagnia di altre piante, spicca una rosetta ordinata di foglie, grigiastre soprattutto nella parte inferiore per la presenza di una specie di vello, utile a proteggerla sia dal freddo che dal caldo eccessivo.

Per un anno non avvengono molti cambiamenti, se non una lenta crescita di questo argenteo cespo lanuginoso, ma poi ecco proiettarsi senza risparmio  verso il cielo una spiga robusta, accompagnata da foglie che si dispongono lungo lo stelo in ordine di grandezza decrescente, fino a sembrare un ricciolo arcuato da damina  dell'ottocento.


Il tutto continua ad essere cosparso di peli, ora anche leggermente vischiosi, che rendono un po' appiccicaticcia l'infiorescenza, a questo punto così imponente da incutere un certo rispetto.

Ogni calice con i suoi 5 apici acuti imprigiona un fiore giallo con riflessi lucenti e macchie porpora alla base, dilatato in 4-5 lobi un po' irregolari.


Spettacolari sono i 5 stami che indossano un vestito di peli rosso-mattone, i 2 posti più in alto e più vicino al grosso pistillo maturano in tempi diversi dagli altri.

'Le tue qualità sono molte' è il messaggio che gli umani affidano a questo fiore e certamente tale complimento lo merita per prima questa stessa pianta per le sue particolarità nell'aspetto e per le proprietà medicinali che gli umani hanno spesso sfruttato.