domenica 21 luglio 2013

Alchemilla

(Alchemilla vulgaris)

(dialettale: )


Il nome di questa piantina deriva non casualmente da 'alchimia' perché gli alchimisti medioevali utilizzavano le grosse perle rugiadose, che si formano sulle sue foglie di notte, per tentare di estrarre l'oro dai metalli vili.

Pensavano ad un miracolo e  le chiamavano 'acqua celestiale', non avendo ancora appurato che questo fenomeno si verifica quando l'aria troppo satura di umidità non permette alle foglie di traspirare e pertanto esse eliminano l'acqua in forma liquida invece che sotto forma di vapore.


Qualcuno la denomina 'ventaglina' per la forma delle foglie verde glauco che mostrano dai 7 agli 11 lobi dentati,che appaiono leggermente ripiegati lungo la linea mediana, quasi a convogliare queste gocce di rugiada nella direzione più opportuna, assomigliando così a ombrelli rovesciati.

Nel gergo comune diventa anche 'erba stella' per i suoi fiori verde chiaro, formati da 2 verticilli di 4 sepali ciascuno che le danno l'aspetto di stelline splendenti sospese su una leggera infiorescenza .


Non sono dotati quindi di veri petali, ma da un calice e un calicetto con un massimo di 4 stami privi di antere, cioè mancano gli organi maschili produttori di polline.

I frutti però si formano lo stesso, quindi pare che, anche senza apparente fecondazione, qualcuno sia capace di riprodursi.