lunedì 16 giugno 2014

Peverina a foglie strette

(Cerastium arvense)

(dialettale:   )


Se si dovesse badare al nome di questa piccola erbacea ' cerastium arvense' si dovrebbe sorridere pensando al suo significato che potrebbe essere 'cornuto dei campi', per la forma simile ad un corno dei suoi frutti.

E siccome, di solito, essendo provvista di vitali stoloni striscianti, forma dei densi ed intricati tappeti, soprattutto nei pascoli aridi e rasi, ma anche nei giardini sassosi dove può essere seminata o trapiantata, i 'dotati di corna' da osservare sono innumerevoli.


Infatti anche la fioritura  risulta molto abbondante con uno sviluppo incontenibile di corolle semplici, disposte all'estremità di brevi peduncoli ascendenti,  rivolte verso l'alto e valorizzate da foglie pelose, opposte, di un bel verde glauco che assume una tonalità grigio argentea per la sottile peluria chiara che lo mimetizza.


Le corolle, sostenute da 5 sepali, espongono in bella vista 5 petali liberi e  bianchi, suddivisi in 2 lobi all'estremità esterna e solcati da linee longitudinali più scure, che si dipartono dal centro, dove 5 stili sormontano gli ovuli disposti su una colonna centrale verdastra e 10 stami fanno dondolare le loro grandi antere.

Tutto questo biancore schiarisce ed illumina anche gli angoli più oscuri, dando ragione agli inglesi che la definiscono 'neve d'estate'.


martedì 10 giugno 2014

Cariofillata dei rivi

(Geum rivale)

(dialettale: erba benedeta)


C'è un po' del colore della cioccolata lungo i morbidi fusticini pelosi e sulla parte esterna dei 5 sepali triangolari e forse per questo motivo negli stati orientali del Nord America la pianta è chiamata 'chocolata indiana', mentre da noi è la cariofillata dei rivi o erba benedetta acquatica e ciò fa intuire che è dotata di proprietà curative importanti.


Infatti era conosciuta ed apprezzata fin dall'antichità perchè il suo rizoma, dal gusto simile a quello dei chiodi di garofano, era utilizzato anche per aromatizzare vino e birra, ed ecco l'origine del nome geum dal greco ' geuo - dare sapore'.

I fiori, semplici e fugaci, a forma di coppa o campana rovesciata, stanno chini come a nascondersi o a pregare e il loro calice appare come una gonna che avvolge una sottogonna pieghettata formata da 5 petali poco sporgenti, giallastri con venature porporine.


Nel centro s'affollano stretti stretti un gran numero di stami verdastri e gli stili dei pistilli con apici uncinati.

A seconda del luogo di crescita, in genere sempre terreni umidi e torbosi, e del momento di fioritura, queste pendule infiorescenze possono assumere tonalità diverse, più rosate o più violacee a cui fanno cornice le foglie tripartite, verde bottiglia, formanti rosette basali, mentre quelle lungo i fusti decrescono a vista d'occhio fino a sparire.


Sorprendentemente curiosi sono i frutti, secchi con guscio legnoso che non si apre a maturità, riuniti in sfere irte di brevi appendici, quasi leggeri piumini svolazzanti, pronti ad attaccarsi ai vestiti per farsi trasportare lontano.