mercoledì 3 aprile 2013

Favagello

(Ranunculus ficaria)

(dialettale:            )

Già quando le acque dei ruscelli e dei torrenti mostrano le loro spumeggianti correnti primaverili dovute allo sciogliersi delle nevi, questa pianta compare sulle rive ombrose e paludose, trapuntando il suolo con le sue regolari rosette di foglie appiattite.



Uno sviluppo così anticipato è possibile perché la sua prudenza vuole che abbia immagazzinato del cibo nei suoi organi di riserva sotterranei, piccoli tuberi a forma di fico, cosa che spiega anche il motivo di una parte del suo nome.

Essi portano gemme per nuovi fusti, foglie e fiori, svernanti appena sotto il letto di foglie e al primo accenno di sole eccoli pronti ad erompere in un tripudio di foglioline carnose di un pulito verde intenso.


Al centro vigorosi peduncoli portano un fiore solitario ciascuno, che splende per la luminosità della sua corolla composta da 8 - 11 petali di un bel giallo dorato e luminoso.

Gli stami inseriti a spirale sono innumerevoli e le antere ripiegate all'interno si torcono nello sforzo di proiettare all'esterno il polline in modo da fecondare ovari diversi dal proprio.

Non sono certi infatti dell'arrivo di insetti che faciliti questa incombenza, e per il momento il passaggio di ranocchie e raganelle è ricordato solo dal suo nome 'ranunculus'.